C’era una volta… Le novelle dell’orto


Essere in decrescita acuisce l’ingegno. Complice anche il tempo liberato, le idee sguinzagliano libere nel cervello. Mi è sempre piaciuto scrivere e ho lavorato per sei anni in una casa editrice che editava, tra le altre, una rivista per mamme. Lavorare nel mondo dell’infanzia è una bella cosa, stimolante e creativa. E poi i bambini sono i bambini… Forse lo sono rimasta anche io, pertanto non mi è costata troppa fatica mettermi a scrivere novelle. Le ho chiamate Le Novelle dell’Orto, perché nell’orto i bambini stanno bene, vedono piccole piante che crescono come loro, da piccine piccine si fanno grandi, più attenzione doni loro, più sane crescono.

Se la sera non sapete cosa leggere ai vostri bimbi, provate con queste, sia mai che funzionino davvero. Di attenzione, per scriverle, ne ho messa tanta…

‘Giulietta nell’Orto’
Acquarello di Rakele Tondini

“Giulietta e le novelle dell’orto
Dentro una Grande Pancia Bianca e fredda che sembra un’enorme lavatrice, all’interno di una stanza segreta del supermercato, nascono le splendenti mele rosse di Biancaneve, le patate gialle e tonde, i sedani dai capelli meravigliosi appena usciti dal parrucchiere, i broccoli con la messainpiega verde smeraldo.
Questo immagina la sognante Giulietta, anche se i broccoli le fanno ridere la pancia, ma sono talmente belli che quasi quasi… E poi ci sono le fragole, le sue preferite: Slurp, si possono mangiare tutto l’anno, belle, splendide, golose, rosse come il rossetto della mamma, sembrano quelle della pubblicità.


Giulietta si avvicina
Un giorno Giulietta e la mamma Ida Col Rossetto Rosso Come le Fragole vanno al supermercato.
Davanti al bancone della frutta e della verdura, Giulietta, come sempre,  ammira i bellissimi colori, fosforescenti e brillanti, “Quasi quasi meglio questi che le merendine”, riflette… E persa in questi pensieri inizia a udire un sottile chiacchiericcio.
Giulietta si inchioda davanti al bancone, la mamma Ida Col Rossetto Rosso Come le Fragole la chiama a gran voce ma lei è ormai intenta ad ascoltare solo quel chiacchiericcio che si è trasformato in un canto ballerino che fa ridere Giulietta.

“Pariiiiiiiiiiiiiimpaaaamperoooooooooo sono sul melooooooooo a fare il peroooooooooooo, la lavaaaaaaaaaaandaaaaaaaaa un po’ mi scaldaaaaaaaaaa, questa sìììììììììììì che è una cuccagnaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! lallllllllllllllllllllalalalalaaaaaaaaaaaaaaaaaaa”…

E ancora…

“Sooooooooooon stonaaaaaaaaaatooooooooo e me ne vantoooooooo, provaaaaaaa tu a fare il fiascooooooooooo!!! Se con me l’uvaaaaaaaaa vendemmierai tu feliceeeeeee per sempre saraiiiiiiiiiii!”

Giulietta allora spinge l’orecchio sulla cassetta di broccoli, poi su quella delle fragole,  poi ancora su quella dei broccoli, ma è solo quando arriva alle rosse mele splendide e lucide che viene afferrata per il bavero della camicia e tirata giù.

“Paaaaaaarapuuummmmm”.

Giulietta e la MelAmelia

“Ma dove mi porti Mela???”, grida a gran voce la bambina, parecchio divertita.

La Mela ha acchiappato Giulietta e se la porta in groppa, rotolando ma stando attenta a non farle male.

“Io mi chiamo MelAmelia bambina… E tu?”
“Ma dove mi porti??? Polpettina! Mi gira la testa MelAmelia!”
“Ti porto a casa mia, a conoscere mia mamma e mio papà. Tieniti forte, stiamo atterrandooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!”

E fu così così che con un doppio salto rotolante, MelAmelia e Giulietta atterrano su un prato verde, ma non come quelli che Giulietta vede sempre, quelli tagliati tutti uguali. Qui sembra una danza! Lunghi steli pennuti gialli che si muovono al vento, fiori rossi e viola che ballano, ciuffi verdi e un po’ dorati che dondolano svogliati.
Quante creature diverse!
Giulietta poi ode canti ovunque, “La, la, la…”, “Violetta bella, luce del cuore… lalalalala…”, “Profumo di lavanda che viene dal mare se vuoi i miei semi indaco ti posso donare… lalalalala”.

“MelAmelia, ma chi è che canta? Io non vedo nessuno!”
“Come non vedi nessuno? Pffffff, Oggi c’è un casino qui! I fiori Giulietta! E le spighe di grano, e i ciuffi di erba”. Risponde MelAmelia.

Ma intanto Giulietta si è distratta e guarda la mela… è diversa!
“Ma MelAmelia che succede? Stai male? Sei diversa da com’eri nel supermercato? E poi… I tuoi genitori? Ma tu nasci nella Grande Pancia Bianca!”

La situazione era più bislacca di quanto credesse e fu così che MelAmelia si armò della sua antica saggezza e pazienza e decise di raccontare a Giulietta una storiella…

“Giulietta, piacere, io sono una Mela Antica, e l’albero Bifronte a 100 ramilunghi da te è mia MadrePadre Renetta”. Disse MelAmelia a Giulietta, gonfiando il petto tutta orgoglio. “La MadrePadre Renetta fece uno splendido fiore bianco (****) dal quale nacqui io. Era il lontano settembre scorso…” disse MelAmelia struggente e guardando Signor Pettirosso che faceva la siesta su Mamma Renetta.

“Il fiore? MadrePadre Renetta? Settembre? Ma MelAmelia che diciiiiiiiiiiii? Tu sei nata nella Grande Pancia Bianca!”.

“Giulietta per fare un frutto ci vuole un fiore e per fare un fiore ci vuole un albero e per fare l’albero occorre un seme. E poi per fare il seme ci vuole ancora un frutto e per fare un frutto ci vuole un seme…”.

“Ma allora MelAmelia… sei tu la Grande Pancia Bianca!? Lì dentro hai i semi!”
esordì Giulietta con gli occhi azzurri grandissimi e spalancati e con le guance diventate rosse rosse come il rossetto della Mamma Ida.

“Diciamo che io non sono la Grande Pancia Bianca che intendi Giulietta, quella non esiste! E sì, certo, io nella mia pancia ho tanti piccoli semini che sono i miei bambini…”

“E vai a farli sotto un cavolo i tuoi semini-bambini?”

“No Giulietta! I miei semini-bambini non è detto che nascano tutti sai? Potrei cadere dall’albero e diventare la pappa preferita di Mr Pettirosso o dell’infaticabile Signor LombricodellaTerra. Ma non dispiacertene Giulietta, questa è la vita delle Mele. Oppure arrivano i contadini per staccarci dalla mamma e portarci nei magazzini insieme a tante altre mele, pere, kiwi, cavoli e quelle snob delle banane… Lì poi arrivano altri Umani che ci comprano per venderci alle famiglie con bambine come te.”

“Ma tu sei bruttina MelAmelia! Al supermercato ci sono le mele rosse di Biancaneve, io le vedo sempre.”

“Quelle non vivono qui, ma nei campi degli agricoltori che le spruzzano sempre con dell’acqua puzzolente, ho sentito che quest’acqua la chiamano ‘pesticidi’, è velenosa se la mangi, e serve per farle diventare grandi grandi e belle. Poi alle MeleBelle – quelle vanesie! – fanno anche un trattamento di bellezza: per farle rimanere così lucide e belle passano sulla loro pelle una cera speciale… Ma non sono certa che facciano bene queste cere alla vostra pancia Giulietta!”

“Allora tu sei più buona MelAmelia, posso assaggiarti?”, spalancò la bocca Giulietta con la pancia che cantava pure lei ‘trrrrrrrrrrr, uuuuuuuuuurhhhhhhhhhh, bruuuuuuummm’.

Fu allora che MelAmelia colse l’attimo, prese Giulietta per la mano, se la caricò in groppa e con fermezza disse: “Ora Giulietta ti faccio conoscere tutti gli altri amici… Reggiti forteeeeeeeeeeee”.

E come un uccello di bosco, seguite infatti dal Signor Pettirosso, Giulietta e MelAmelia librarono in cielo, tre prati più avanti…

Giulia Landini

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